sabato 31 ottobre 2009

Tutorial: esposizione multipla e "cloni" digitali - prima parte

Premessa n. 1: ho riflettuto per più di mezz'ora su quale potesse essere un titolo che faccia capire veramente di cosa parlerò in questo tutorial.
Come potete vedere, non l'ho trovato

Premessa n. 2: in realtà questo articolo nasce dal desiderio di fare un po' di chiarezza su una tecnica fotografica (quella della multiesposizione o esposizione multipla) che viene spesso confusa con altre tecniche, in particolare con la sovrapposizione di immagini e con il fotomontaggio.

Ma, come diceva qualcuno, un'immagine (anzi 3) vale più di mille parole.
1.
Tutorial esposizione multipla e "cloni" - opacità al 33%
2.
Tutorial esposizione multipla e "cloni" - risultato finale
3.
Tutorial esposizione multipla e "cloni"
Quale di queste immagini è un'esposizione multipla?

Risposta: nessuna delle tre, le ho fatte con Photoshop, ah ah, so' simpatica, eh?? ^_^
Seriamente: l'unica immagine che si può definire un'esposizione multipla è la terza. La prima è il risultato di 3 immagini sovrapposte, ciascuna con opacità del 33%; la seconda è un vero e proprio fotomontaggio.

Prima di andare avanti, forse è il caso di dare un'occhiata qui: http://it.wikipedia.org/wiki/Doppia_esposizione (che mondo sarebbe senza Wikipedia?)

E adesso, prima di spiegarvi come ottenere i 3 effetti di cui sopra, facciamo un passo indietro.

*** Noiosa parte teorica che potete saltare (a vostro rischio e pericolo)
C'era una volta, un milione di anni fa, la pellicola (questa cosa devo averla già detta).
La luce toccava alcune zone della pellicola che per reazione si "bruciavano" e diventavano più o meno nere a seconda dell'intensità della luce.
Con le macchine a caricamento manuale, l'esposizione multipla (o di solito doppia esposizione, vista la non facilità di gestire "alla cieca" la luce di più di due scatti differenti) può essere realizzata sganciando il caricatore e scattando due volte sullo stesso "frame". Va da sé che la "luce" complessiva è il risultato della somma dei due scatti, quindi occorre sottoesporre per ottenere un risultato decente (cioè che non sia tutto bianco!)
Tra le digitali, alcune hanno la funzione di esposizione multipla (es. le Nikon dalla D300 in su, credo), che consiste proprio in questo: più scatti consecutivi impressionano il sensore, e la luce viene di volta in volta sommata. In questo caso è la macchina che calcola automaticamente di quanto ogni singolo frame debba essere sottoesposto per far sì che il risultato sia esposto correttamente.

La stessa cosa si può fare, ovviamente, in postwork, sovrapponendo 3 foto differenti.
La modalità di "fusione" delle tre foto può variare variando anche il risultato. Una sola è quella che emula perfettamente l'esposizione multipla.
E a questo punto, prima di andare avanti con il tutorial, vi consiglio di fare un salto qui http://it.wikipedia.org/wiki/Mescolanza_additiva e qui http://it.wikipedia.org/wiki/Mescolanza_sottrattiva per capire di cosa stiamo parlando quando userò il termine "additivo".
La modalità di fusione, tra due livelli di un'immagine, che corrisponde all'esposizione multipla, è quella "additiva": quella cioè in cui nero + bianco = bianco.

Inoltre qui http://manual.gimp.org/it/gimp-concepts-layer-modes.html c'è un articolo molto interessante che elenca le modalità di fusione di livelli (è scritto per Gimp, ma vale anche per tutti gli altri programmi)

*** Fine della noiosa parte teorica, si parte!
Per cominciare, ecco le tre immagini che ho utilizzato come esempi per i 3 effetti che andremo ad analizzare:
Tutorial esposizione multipla e "cloni" - foto 1 Tutorial esposizione multipla e "cloni" - foto 2 Tutorial esposizione multipla e "cloni" - foto 3

Esempio n. 1 - Sovrapposizione di immagini
E' il più facile da realizzare e pur non essendo una vera e propria esposizione multipla, è quello che ci si avvicina di più.
Consiste semplicemente nell'incollare le tre immagini una sopra all'altra, utilizzando tre livelli differenti (Photoshop, Paint Shop e Gimp permettono di farlo), ciascuno dei quali avrà un'opacità del 33%. Se avessimo avuto due foto, avremmo utilizzato un'opacità del 50%.
La modalità di fusione è "normale". Questo vuol dire che è come se ciascuna immagine fosse stampata su un foglio di carta velina e poi i tre fogli sovrapposti.
Un foglio bianco e un foglio nero sovrapposti daranno come risultato un'immagine grigia.
Ed ecco perché questa immagine, anche se somiglia, non potrà mai essere ottenuta con un unico fotogramma impressionato da due scatti diversi:
Tutorial esposizione multipla e "cloni" - opacità al 33%
Esempio n. 2 - Esposizione multipla
Se invece voglio simulare esattamente l'effetto di un'esposizione multipla, dovrò mescolare i livelli in modalità "additiva" affinché la luce di ogni livello venga sommata a quella degli altri 2.
Il procedimento è simile: le 3 immagini in 3 livelli sovrapposti, ma stavolta al 100% dell'opacità e con modalità di fusione additiva.
Vedo le vostre facce interrogative.
Guardate la finestra dei livelli. C'è una casella a discesa con la scritta "normale".
A noi non interessa fare niente di "normale", quindi cliccate lì sopra e scegliete "scolora" (per Photoshop) oppure "sovrapponi" (per Paint Shop) oppure "divisore" (per Gimp)
Ed ecco il risultato:

Tutorial esposizione multipla e "cloni"
Non è granché, vero?
Questo perché le immagini originali avrebbero dovuto essere sottoesposte.
Diciamo che con tre immagini di questo tipo:
Tutorial esposizione multipla e "cloni"
Avrei ottenuto qualcosa del genere.
Tutorial esposizione multipla e "cloni"
Diciamo poi che per la sua natura, l'esposizione multipla vera e propria rende al suo meglio con immagini con forte contrasto, magari anche mescolando fra loro immagini molto diverse.
Ad esempio:
Alter ego + Sphinx

Tutorial esposizione multipla e "cloni"

Esempio n. 3: Il fotomontaggio
Quello che alcuni definiscono, erroneamente, un'esposizione multipla, spesso è un vero e proprio fotomontaggio, ottenuto sovrapponendo tre immagini simili e mantenendo di ciascuna solo quello che serve... ma qui la faccenda si fa un po' più complicata.
Ve lo spiego nel prossimo tutorial :)

Nella prossima puntata, impariamo come creare dei "cloni" digitali con il fotoritocco:
Tutorial esposizione multipla e "cloni" - risultato finale
Nel frattempo vi consiglio di ripassare che cos'è una "maschera di livello" ;)
http://www.psdrevolution.it/forum/index.php?showtopic=27331

Appuntamento alla prossima puntata... qui: http://arte-visuale.blogspot.com/2009/10/tutorial-esposizione-multipla-e-cloni_31.html

Tutorial a cura di Viziocreativo / Luciana Ognibene



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